Pastori Sardi Atto 1. Le proposte.

Pubblicato il da Totoi Fadda

Il Presidente PAIS, Nenneddu Sanna, Mario Carai

Il Presidente PAIS, Nenneddu Sanna, Mario Carai

Ittiri, 29 ottobre 2022.

Questa sorta di "Piattaforma di Rivendicazione e di Proposta" è stata presentata e fatta recapitare a tutti i Gruppi Politici presenti in Consiglio Regionale, dai rappresentanti dei Pastori Sardi Fabio Pisu, Gianuario Falchi, Gianbattista Sanna noto Nenneddu, Antonio Doa, Gianluigi Argiolas, Mario Carai e Carmela Abrioni.

Dal primo gennaio 2023 prenderà il via la Nuova PAC che dovrà "allineare" tutti i Paesi dell' Unione Europea su un' Unica Politica Agricola che viene finanziata a livello europeo con cospique risorse messe a disposizione dal bilancio dell' UE. In questo contesto, ed in questa programmazione futura, ben si innesta la "Piattaforma di Rivendicazione e di Proposta" dei Pastori Sardi.
Vi presentiamo per intero il documento, ampiamente dibattuto, nel quale sono contenuti dati importanti che danno la misura del gravissimo problema in cui devono dimenarsi tutti gli operatori del comparto.
Purtroppo, come accade sempre nelle comunità e negli agglomerati umani, si palesa sempre qualcuno che intende "remare contro" per rendere difficoltoso il percorso, già di per se irto di pericoli, incomprensioni, ignoranza, e malaffare, che indeboliscono (ma è proprio questo l'obiettivo finale) le richieste dei Pastori Sardi e quindi anche, visto il peso economico che riveste l' Agroalimentare Sardo, dell' intera Isola di Sardegna fanalino di coda di un' Italia matrigna affaccendata in altre cose.
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Oggetto: Protesta Pastori Sardi problematiche comparto agropastorale. Manifestazione Cagliari 20.10.2022 – Proposte di intervento.

Come noto in data 02.12.2021 il Consiglio Europeo ha adottato formalmente la politica agricola comune (PAC) per il periodo 2023-2027, aprendo la strada a una PAC più equa, più verde e maggiormente basata sull'efficacia, che mira a garantire un futuro sostenibile per gli agricoltori europei, fornire un sostegno più mirato alle aziende agricole di piccole dimensioni e consentire agli Stati membri una maggiore flessibilità nell'adattamento delle misure alle condizioni locali.
Una caratteristica fondamentale della nuova politica è l'introduzione di piani strategici a livello degli Stati membri, che consentono ai governi nazionali di adattare le disposizioni della PAC alle esigenze delle rispettive comunità agricole, in cooperazione con le autorità locali e le pertinenti parti interessate. Questa politica è la più ambiziosa sinora, dal punto di vista ambientale, dal momento che, un quarto dei pagamenti diretti sono riservati alle pratiche agricole ecosostenibili. Inoltre, è la prima PAC a includere una dimensione sociale intesa a garantire condizioni di lavoro adeguate per i lavoratori agricoli.

Considerato che gli indirizzi della nuova PAC sono in linea con il sistema produttivo agropastorale sardo in quanto:
La Sardegna presenta un sistema produttivo agropastorale che rispecchia pienamente gli indirizzi fissati a livello Europeo sia in riferimento ai prodotti che al rispetto dell’ambiente;
I pascoli presenti nel territorio sardo sono caratterizzati da un sistema di allevamento brado e semibrado che permettono di svolgere l’attività in modo estensivo quindi rispettoso dell’ambiente circostante;
L’attività agropastorale rappresenta, tra le altre, l’identità e la cultura del popolo sardo, essa deve essere conservata e tutelata, anche al fine di mantenere e favorire l'insediamento nei piccoli Comuni, in quanto costituisce una risorsa a presidio del territorio, soprattutto per le attività di contrasto del dissesto idrogeologico e per le attività di piccola e diffusa manutenzione e tutela dei beni comuni;
Gli allevamenti sardi permettono di avere sistemi alimentari equi, sani e rispettosi dell'ambiente;

Preso atto che:
con documento del 31.03.2022, la Commissione UE ha avanzato diverse osservazioni al Piano Strategico Nazionale (PSN) della PAC per tenere conto della diversità dell’agricoltura delle zone rurali in Italia, del numero dei potenziali beneficiari e delle limitate risorse disponibili, e con il quale invita l’Italia a migliorare la strategia proposta e la descrizione degli interventi garantendo la concentrazione del sostegno verso i territori, i beneficiari e i settori più bisognosi sulla base delle analisi SWOT e delle specifiche esigenze territoriali;
con tali osservazioni l’Italia è stata invitata a rivedere la strategia per garantire una distribuzione più equa e mirata dei pagamenti diretti, in quanto la convergenza interna e la redistribuzione sono state limitate al minimo richiesto. L’Europa chiedeva pertanto una convergenza interna e una redistribuzione più ambiziosa con l’effetto di avvantaggiare le zone rurali più bisognose, visto le urgenti esigenze di sviluppo di queste zone d’Italia;
in data 21.06.2022 è stata raggiunta l'intesa in Conferenza Stato Regioni sulla ripartizione del Feasr, Fondo Europeo per l'Agricoltura e lo Sviluppo Rurale, assegnato all'Italia nell'ambito dei Programmi di Sviluppo Rurale nel periodo 2023-2027;
in data 30.09.2022 l’Italia, nonostante le osservazioni e disposizioni della Commissione Europea, ha ripresentato il PSN senza apportare le modifiche sostanziali richieste dalla stessa;

attualmente il PSN è al vaglio della Commissione che dovrà valutare se il piano strategico della PAC contribuisce ed è coerente con la legislazione e gli impegni dell'UE in relazione al clima e all'ambiente, compresi quelli definiti nelle strategie Farm to Fork e sulla biodiversità;
Evidenziato pertanto che il modello produttivo Sardo del comparto agropastorale, soddisfa appieno le esigenze rappresentate dall’Unione Europea indicate nella nuova PAC 2023/2027 e, pertanto, è potenziale destinatario delle diverse misure messe a disposizione per il territorio;

Rilevato che:
con nota del 27.02.2022, notificata a mezzo PEC, veniva trasmessa ai vari rappresentanti europei, nazionali e regionali sardi la “LETTERA DI PROTESTA DEI PASTORI SARDI SU ALCUNI PUNTI DEL PIANO STRATEGICO NAZIONALE (PSN) / PAC 2023/2027. RICHIESTA DI ALLINEAMENTO ANCHE DELLA SARDEGNA AGLI INDIRIZZI EUROPEI IN MATERIA DI PAC RISPETTO ALLE SCELTE PROPOSTE NEL PSN E PRESENTATE A BRUXELLES IL 31.12.2021.”;
con nota dell’11.04.2022, notificata a mezzo PEC, veniva trasmessa all’allora Ministro dell’Agricoltura Patuanelli la lettera “PAC 2023/2027.

CRITICITA’ ATTUALE PSN RELATIVE ALL’ATTIVITA’ DI ALLEVAMENTO. RICHIESTA INTERVENTO URGENTE MODIFICHE PSN.”;
in data 29.04.2022 la delegazione dei Pastori Sardi incontrava il Ministro Patuanelli presso il tavolo del ministero a Roma per richiedere urgenti correttivi sul PSN legato alla nuova PAC e al quale è stato fornito un corposo documento contenente anche le fattibili soluzioni di intervento;
a seguito delle richieste sopra riportate, accompagnate da vari comunicati dei Pastori Sardi a mezzo stampa e televisiva, nulla è stato fatto di concreto per cogliere le opportunità offerte dalla nuova PAC per la Sardegna, al fine di valorizzare il settore agricolo e ridurre gli squilibri esistenti con gli altri Paesi Europei, soprattutto per aiutare quelle imprese presenti nelle zone svantaggiate, come la Sardegna, che occorre tutelare anche ai fini del presidio del territorio da parte delle stesse imprese agricole: ad oggi si registrano notevoli perdite di risorse a vantaggio di altre Regioni Italiane nonostante le varie richieste avanzate dagli stessi Pastori Sardi e dall’Europa;
in data 12 ottobre 2022, stanchi della situazione, i Pastori Sardi si sono riuniti a Tramatza per discutere sulle problematiche che ancora interessano il comparto agropastorale e per trovare soluzioni condivise.

A seguito dell’ultima vertenza a Tramatza si è deciso di organizzare una manifestazione a Cagliari per il 20.10.2022 e incontrare i rappresentanti regionali sardi per cercare risposte e ottenere interventi concreti.

Pertanto, i Pastori Sardi presentano questo documento ai Capigruppo regionali per renderli partecipi e responsabili di quanto grave sia la situazione per la Sardegna come si evince dai punti di seguito descritti già segnalati più volte dai Pastori Sardi.

ESCLUSIONE ALLEVAMENTO OVICAPRINO ECO-SCHEMA 1 A LIVELLO 2.
Rilevato che, nonostante l’eco-schema 1 a livello 2 della PAC coinvolge gli allevamenti che si impegnano al rispetto di obblighi specifici nel benessere animale, e che svolgono per l’intero ciclo, o una parte di esso, pascolamento o allevamento brado, non vi è traccia all’interno dello stesso dell’allevamento ovicaprino che da sempre in Sardegna (con presenza di capi stimati in circa 3 milioni) presenta tali caratteristiche. L’esclusione dagli interventi di finanziamento previsti all’interno del suddetto eco-schema comportano una rilevante discriminazione e penalizzazione per tutta la Sardegna e conseguentemente per tutta l’economia sarda.

RICHIESTA CERTIFICAZIONE SQBNA/ZOOTECNIA BIOLOGICA PER BOVINI E SUINI
Accertato che con l’eco-schema 1 a livello 2 viene richiesta la certificazione “Sistema di qualità nazionale per il benessere animale” (o in alternativa certificazione zootecnica biologica) per gli allevamenti bovini e suini: ad oggi nessuna azienda (o quasi) possiede tali certificazioni rischiando che gli
allevamenti sardi possano essere esclusi dal suddetto eco-schema nonostante abbiano nella sostanza e
nella realtà le caratteristiche che tale certificazione richiede, soprattutto in ragione del fatto che nell’arco dell’intero periodo dell’anno il pascolo viene  effettuato in maniera estensiva allo stato brado.

DISPARITA’ TRATTAMENTO ATTRIBUZIONE VALORE TITOLI PAGAMENTO BASE
Si evidenzia, altresì, l’aspetto critico della riduzione dei titoli con valore inferiore alla media nazionale che sono stati decurtati nella stessa misura di quelli con valore superiore alla media nazionale. Inoltre, sono ancora presenti titoli con un valore di 2.000,00 euro ciascuno che risultano 20 volte superiori a quelli della
media regionale sarda. Tali titoli nella durata della nuova PAC non potranno essere ridotti più del 30%,
mantenendo sempre un valore (al termine della PAC 2023/2027) di €. 1.400,00, mentre i titoli della Regione Sarda arriveranno a raggiungere un valore di circa €. 132,00 (non raggiungendo nemmeno il valore della media nazionale).
Infatti, non può essere accettata una riduzione di circa il 50 per cento dei titoli che sono di già gran lunga inferiori alla media nazionale, ed inoltre non può essere ritenuta valida una convergenza per i titoli più bassi, che prevede un aumento del 5, 6, 7, 8 per cento per le annualità che vanno dal   2023 al 2027, che non fa altro che continuare ad alimentare il grosso divario tra le Regioni.

DISCRIMINAZIONI DISTRIBUZIONE RISORSE FONDI RISERVA NAZIONALE
Evidenziato, altresì, come anche per i fondi della riserva nazionale per le fattispecie C) e D) (compensazione di svantaggi specifici) negli anni 2018, 2019 e 2020 le risorse sono state distribuite in modo non equo nei diversi anni:
2018 assegnazione del 10,42%
2019 assegnazione del 59,87%
2020 assegnazione del 75%
In cui l’assegnazione veniva attribuita a seguito del ri-proporzionamento delle risorse disponibili rispetto al numero delle domande presentate nelle diverse annualità: pertanto a parità di risorse annuali complessivamente previste, nella prima annualità dove si sono registrate il maggior numero di domande, le risorse per azienda risultano in misura minore. Una assegnazione come sopra rappresentata, vincola allo stesso modo le superfici che comunque hanno avuto un riconoscimento in maniera diversa e non equa in assenza della possibilità per le aziende di recuperare il differenziale fino ad arrivare al riconoscimento massimo (ad esempio chi nel 2018 ha avuto l’assegnazione del 10,42% dovrebbe avere la possibilità di raggiungere il 75% e pertanto recuperare i restanti 64,58% e così via).
DISCRIMINAZIONI NELLE PLT PER ELEGGIBILITA’ SAU
Un altro punto che necessita di grande attenzione è rappresentato dalle pratiche locali tradizionali (PLT): a tali superfici occorrerebbe riconoscere un’eleggibilità di SAU pari al 100% perché in tali aree del nostro territorio, da sempre, pascolano le specie animali allevate in Sardegna in maniera estensiva, nel rispetto della linea verde di indirizzo della nuova PAC.

CRITICITA’ GESTIONE FONDO NAZIONALE AVVERSITA’ CATASTROFALI
Per quanto riguarda il Fondo Nazionale sulle Avversità Catastrofali, a cui si vuole dedicare il 3% delle risorse, si evidenzia che con l’attuale previsione vi sarebbe un aggravamento del procedimento per la sua attivazione in termini di tempo e di efficienza, comportando nella maggior parte dei casi, l’inutilizzo della misura. Considerato in particolare che, le aziende hanno diversi gradi di rischio (in base alla dimensione dell’attività, alla zona insediata ecc.), la gestione di tale misura sottoforma di polizza assicurativa permetterebbe alle stesse di attivare un prodotto assicurativo in grado di soddisfate e tutelare le diverse esigenze.

SOSTEGNO IMPRESE INCENTIVI OCCUPAZIONE GIOVANILE
Per quanto riguarda il sostegno ai giovani, ovvero coloro con età pari o inferiore ai 40 anni, che non abbiano maturato un’esperienza / titolari aziendali per la durata di più di 5 anni, andrebbe esteso anche a coloro che abbiano superato tali requisiti qualora decidessero di assumere nelle proprie aziende un giovane in possesso dei requisiti sopra descritti, al fine di poter migliorare le aziende zootecniche che, nella maggior parte dei casi si trovano ad affrontare la realtà nelle campagne in maniera solitaria: promuovendo così anche l’occupazione e considerando che tali soggetti potrebbero supportare i titolari in situazioni estreme come malattie/infortuni.

RICHIESTA INTERVENTI A TUTELA DEI BOSCHI
Inoltre, evidenziamo che negli eco-schemi proposti attualmente, non vi è alcuna traccia di interventi a tutela dei boschi e dei pascoli cespugliati: si rileva la necessità e opportunità del loro inserimento, poiché occorre intraprendere tutte le iniziative che consentano anche un rilancio dei Comuni montani ed un nuovo sviluppo, con adeguato ritorno sul territorio, dell’immenso patrimonio montano.

RICHIESTA PARTECIPAZIONE IMPRENDITORI AGRICOLI PROGRAMMAZIONE POLITICHE AGRICOLE.
Visti gli errori rilevati negli ultimi anni, nella programmazione di spesa delle risorse, si chiede di poter costituire una commissione composta da allevatori affinché possano essere parte attiva nelle decisioni da assumere per la gestione di tali risorse. Si chiede di prendere parte alle fasi di programmazione al fine di affiancare alla parte teorica la parte pratica. Il comparto agro-pastorale ha bisogno di prendere parte in tali fasi, in quanto le decisioni devono essere indirizzate per migliorare le aziende che sono la parte attiva del mondo delle produzioni primarie e gli allevatori dovrebbero essere considerati i protagonisti del sistema e non l’anello debole dello stesso.

RICHIESTA INTRODUZIONE FINANZIAMENTI DE MINIMIS.
Si propone di introdurre urgentemente forme di finanziamento de minimis al fine di rimarginare nell’immediato le difficoltà economiche emergenti dovute ai rincari esorbitanti delle materie prime e costi di produzione che in alternativa non sarebbero prontamente fronteggiabili. Inoltre, si chiede di intervenire per semplificare tempi e procedure per ottenere con maggiore celerità le risorse spettanti agli allevatori per le rispettive domande presentate all’organismo pagatore ARGEA Sardegna evitando formalità inutili che bloccano le procedure di pagamento aumentando in maniera esponenziale i tempi e le già gravi situazioni aziendali. Pertanto, si chiede che valga il principio di reciprocità al fine che tutti siano responsabili di tali errori che ricadono sempre ai danni delle aziende. Bisogna tener conto di quanto accaduto con: le domande di siccità 2017, indennizzi Blue Tongue, invasione di cavallette e incendi (in particolare Montiferru). Serve una riorganizzazione delle tre agenzie regionali Argea, Agris e Laore, dotate di professionalità capaci di adempiere, efficacemente e tempestivamente, alle loro funzioni preposte di: ente pagatore, ente di ricerca ed ente di coordinamento e attuazione dei programmi di sviluppo rurale.

Per quanto sopra esposto certi che l’attività agropastorale riveste grande importanza per tutto il settore economico sardo e nazionale, si chiede con forza di attivare tutte le iniziative utili a sostegno di tale comparto e di rappresentare con forza e in tutte le sedi opportune le ingiustizie che hanno colpito il mondo agropastorale sardo, affinché venga rielaborato il PSN sia nel primo che nel secondo pilastro con le opportune e necessarie modifiche e integrazioni che chiedeva anche la Commissione Europea.
Non riusciamo a capire la ragione per cui le risorse, che sono state disegnate dall’Europa per incentivare e sviluppare le Regioni deficitarie come la Sardegna, non vengano utilizzate dalle istituzioni che ci rappresentano ai fini del soddisfacimento del pubblico interesse e leva per la crescita e sviluppo della Nostra Regione.

Crediamo vivamente che la nostra attività vada tutelata e incentivata perché nel mondo rappresenta storia e tradizione millenaria che non andrebbe cancellata solo perché vi è l’inadeguatezza di ottenere gli interventi messi a disposizione dalla stessa Europa: a livello europeo gli indirizzi sono per una produzione estensiva e corrispondente ai tempi del ciclo naturale, per rispettare ciò occorre pertanto un intervento pubblico che permetta di colmare il deficit per le mancate produzioni che si otterrebbero con produzioni intensive che però a lungo andare vanno contro il sistema “Terra”.

Per comprendere meglio le perdite di risorse (PAC) che interessano la nostra Regione, di seguito si riporta la tabella (Tab. 1) di confronto delle risorse destinate alle diverse Regioni nella ripartizione delle quote della spesa pubblica del PSR:

 TABELLA 1                              

Da quanto emerge sopra si rileva una perdita di risorse per la Sardegna di complessivi €. 115.076.428,57 per il prossimo quinquennio 2023-2027, ovvero €. 23.015.285,71 in meno all’anno.

Inoltre, si può notare che la Sardegna, nella nuova programmazione, passa dal quarto al settimo posto in relazione alle risorse percepite vedendosi superare da altre Regioni come Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna (che possiedono un PIL pro-capite di oltre €. 30.000,00 contro la media sarda di appena €. 20.000,00).

I dati risultanti dalle politiche adottate sino ad oggi parlano chiaro e rimaniamo sconcertati come invece appaiono soddisfacenti dalla parte politica:
Il comunicato stampa Mipaaf del 22.06.2022 riporta le dichiarazioni rese dall’ex Ministro Patuanelli: “Alla fine di questo percorso, tenuto conto della particolare situazione della Regione Sardegna (danneggiata dai nuovi criteri, ma solo in termini di spesa pubblica), è stata creata una riserva specifica di 6 milioni di euro di quota Feasr, cui hanno contribuito in maniera proporzionale tutte le Regioni con assegnazione superiore al 2%, destinata appunto alla Sardegna. Questo ha permesso di destinare alla Sardegna una dotazione non inferiore a quella che avrebbe avuto con i criteri storici, sia in termini di quota FEASR che di spesa pubblica.”;
Il comunicato stampa RAS dell’11.07.2022 riporta le dichiarazioni rese dall’Assessore all’Agricoltura Murgia: “La Regione sta facendo valere le ragioni del comparto agricolo in tutte le sedi, sia nazionali

che europee. L’intesa raggiunta con lo Stato, che prevede nuovi criteri per il riparto delle risorse del Piano strategico nazionale, il Psn 2023-2027, e una dotazione finanziaria complessiva di 820 milioni di euro, è un accordo più che soddisfacente per la Sardegna. Chi continua a contestare l’assegnazione non tiene conto della riduzione dei fondi europei a disposizione, che hanno visto un taglio all’Italia della quota Feasr del 10% nel periodo 2021-2027, e sbaglia a fare i conti perché, a causa dello slittamento di un biennio nell’attuazione della nuova programmazione, non mette a confronto periodi omogenei”;

Secondo quanto rilevato dall’Assessore Murgia dai dati messi a confronto “per il periodo omogeneo” emerge quanto riportato nella tabella di seguito inserita (Tab. 2):

 TABELLA 2                               

 

Da quanto emerge dalla tabella N. 2 anche sommando il periodo transitorio 2021-2022 al periodo 2023- 2027 si evince una differenza negativa per la Sardegna di complessivi €. 51.127.000,00. Va evidenziato che se ci fosse stata una riduzione del 10%, come sostenuto dall’Assessore regionale, tutte le Regioni avrebbero dovuto avere una perdita. Va ricordato che nel periodo transitorio, la Sardegna aveva ricevuto una dotazione del fondo New Generation EU, ovvero, un fondo straordinario di 62 milioni di euro.

 

Va rammentato inoltre che, sempre nel periodo transitorio, per il calcolo di ripartizione dei fondi si era utilizzato il criterio storico per il 90% nel primo anno e del 70% nel secondo anno: grazie all’applicazione di questo criterio sono state ottenute nel passato congrue risorse per la nostra Regione.

Detto ciò, smentiamo categoricamente quanto sostenuto dall’Assessore Murgia perché per fare un confronto corretto dei dati si sarebbero dovuti esaminare due periodi equivalenti mettendo a confronto il criterio storico con il nuovo senza sommare i fondi del New Generation EU come risulta rappresentato nella Tabella 1 sopra riportata.

Chiediamo a tutti i gruppi politici regionali sardi, un atto di responsabilità e impegno per salvare la nostra economia e la nostra storia, reclamando un urgente intervento in tutte le sedi opportune al fine della rielaborazione degli importi del PSR per ottenere importi adeguati per la crescita della Sardegna, tenuto

conto anche che la nostra Regione è rientrata nell’obiettivo convergenza e avrebbe dovuto, già per questo motivo, percepire più risorse.

Ricordiamo che sempre l’Assessore Murgia aveva chiesto con altre Regioni la modifica dei criteri storici che da sempre con fatica e determinazione erano stati difesi dagli Assessori regionali sardi negli anni precedenti.

Per poter garantire che anche nel futuro le attuali misure esistenti nel PSR possano godere delle stesse risorse del passato, chiediamo che vengano stanziate nel bilancio regionale le somme che possano garantire nel prossimo quinquennio una programmazione strutturale che consenta di mettere a disposizione del comparto agropastorale le risorse e gli strumenti adeguati per portare avanti le relative attività e tutelare al contempo l’identità sarda e la stessa economia a tutti i livelli.

Si propone inoltre di valutare la possibilità di spostare le risorse relative alle varie misure concernenti GAL, viabilità rurale e banda larga dai fondi del PSR (CSR) ai fondi del FESR per avere risorse aggiuntive per il mondo agropastorale che sta attraversando una crisi senza precedenti. Lo spostamento di tali somme non comporterebbe nessun danno all’economia sarda in quanto le risorse FESR sono compatibili con le sopracitate misure, in quanto lo stesso fondo ha come finalità quella di favorire lo sviluppo regionale.

Vogliamo oltretutto evidenziare, come la Sardegna abbia avuto rilevanti disparità anche negli aiuti di stato per le perdite indirette dal conflitto Russia-Ucraina, in quanto per gli ovicaprini è stato erogato appena €. 1,00, mentre per il comparto bovino, senza comprenderne la ragione, più della metà degli allevamenti non ha ricevuto l’indennizzo a causa di anomalie poco chiare riscontrate nel pagamento del premio accoppiato, in quanto i ristori vengono calcolati sulla base dei capi accertati per il riconoscimento dell’aiuto accoppiato nella Domanda unica del 2021.

Bisogna evidenziare che anche la produzione suinicola risulta sfavorita a causa di un eccesso di vincoli e burocrazia, che ricadono soprattutto sui piccoli allevamenti. Si chiede una politica volta al favorire la produzione interna, e non le importazioni estere: è importante rivedere tali vincoli e burocrazia che rappresentano un freno all’economia sarda.
Si chiede inoltre alla Regione di intervenire presso il Ministero delle Politiche Agricole affinché la disciplina relativa alla movimentazione dei capi bovini sia uniforme in tutte le Regioni italiane.

I pastori devono essere dotati di uno strumento istituzionale che permetta loro di poter contrattare con i privati il valore del prezzo del latte (ovino e caprino). Uno studio sul costo di produzione medio di un litro di latte (considerando le diverse tipologie e ubicazioni delle aziende agro-zootecniche) si può redigere attraverso le agenzie regionali competenti in materia. Questo vale anche per le carni, ed in particolare per l’agnello sardo, che oltretutto ha anche un riconoscimento IGP: il prodotto, essendo stagionale, non può essere venduto sotto il costo di produzione, pertanto deve valere lo stesso ragionamento sopra esposto.

In riferimento a eventi atmosferici avversi, epidemie e altre calamità naturali, che comportano ogni anno ingenti conseguenze per il territorio, gli animali, e l’economia delle aziende stesse, la Regione deve intervenire su due fronti:
Progettare e mettere in atto politiche di prevenzione per diminuire l’impatto di questi eventi nel territorio: un efficace piano di prevenzione permetterebbe di mitigare i rischi ed evitare di gestire le emergenze (ad esempio realizzare stalle di sosta per controllare preventivamente gli animali in ingresso nell’Isola);
Istituire una cassa continua, ossia un fondo prontamente utilizzabile, in grado di intervenire tempestivamente per fronteggiare i danni subiti dalle aziende.

Ormai con tutti gli aumenti di materie prime, energia e gasolio rilevati in questo periodo storico senza precedenti, non si riesce più ad andare avanti in quanto il valore delle produzioni di latte e carne risultano

di gran lunga inferiori ai costi di produzione. In riferimento al prezzo dei prodotti del comparto agropastorale (prezzo de latte, delle carni ecc.) è noto che lo stesso è dettato dall’andamento del mercato: occorre tenere conto degli svantaggi strutturali che caratterizzano il comparto sardo e riconoscere alle aziende un equo compenso durante tutto l’anno per garantire almeno la copertura dei costi di produzione, tenuto conto dell’unicità dei prodotti offerti che non hanno paragoni con la concorrenza in termini sia qualitativi che culinari, oltre a rappresentare la storia identitaria dell’Isola.

Certi di ottenere la giusta sensibilità e importanza per questo settore, che più di altri sconta le difficoltà del sistema economico, si chiede un tempestivo riscontro alla presente e si chiede di conoscere quali sono gli intendimenti per promuovere tali interventi e superare le criticità rilevate.

Confidando in un positivo e tempestivo riscontro si ringrazia per l’interesse e si porgono cordiali saluti. Cagliari, 20.10.2022

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