Fantasia o Realtà ? Il COVID-19 sassarese ha un "Paziente 0" ? Il Racconto, tra realtà e fantasia, di un ipotetico viaggio pandemico. La Gioia... degli appassionati del triller.

Pubblicato il da Totoi Fadda

 

Sassari, 25 marzo 2020.

Raccontino della settimana. Tanto per ammazzare il tempo e la noia visto che siamo tutti rinchiusi in casa…

Sembra di assistere alla proiezione di un film tragicomico. Ci sono tutti gli ingredienti: quelli della tragedia più nera e spaventosa, e quelli della classica commedia comica all' italiana tutta pizza e mandolino, ad eccezione del maggiordomo che notoriamente è sempre il colpevole. Leggete e rifletteteci su…

C’era una volta…no, non devo iniziare così un racconto semiserio. Inizio invece dando possibilmente un “taglio” fintogiornalistico, che fa più figo...

Da scoop all’ amerigana… Ascoltate, anzi leggete e ditemi dove inizia la fantasia e dove invece prende corpo la realtà. Se sbaglio oppure se dico delle emerite sciocchezze.

E' ambientanto nella Sassari spaventata ed intimorita, stroncata dalla paura della pandemia da coronavirus. E' un giorno qualsiasi del mese di gennaio del 2020.

 

"Ci sono delle strane stranezze nostrane, sassaresi intendo, relative al famigerato quanto temuto COVID-19, "approdato" nella nostra provincia a causa, così pare e si vocifera in certi ambienti, di ben noti emeriti irresponsabili e di altri ancora rimasti nascosti e misteriosamente mai tirati in ballo dalla cosiddetta Grande Stampa (sospettiamo perchè forse appartenenti alla "Elitè" nostrana o di Categoria), che meritavano e meritano il gabbio più duro per aver fatto "sbarcare", in ambienti oltretutto sensibili e ad alto rischio di contagio, questo stramaledetto virus ! 

I campanelli medievali dei lebbrosi

E' stato un atto di pura vigliaccheria, dettato dalla paura di infettarsi ed anche per evitare di restare intrappolati in quel di Milano dove la pandemia ha fatto una vera e propria strage. Il cosiddetto "vettore infetto", strafregandosene della sua potenziale positività al virus, si è imbarcato (aereo o nave perché Giuseppi ha tardato nel rilascio delle determinazioni orientate a blindare la Sardegna) portandoci questo maledetto "regalo": il COVID-19 !  Questo irresponsabile che, stando a chi lo conosce bene, ha una buona formazione culturale ed una posizione sociale ed imprenditoriale di un certo livello e responsabilità, ha bellamente depositato in alcuni ambienti ospedalieri ed in strutture di ricovero private, piene zeppe di anziani con svariati problemi e patologie delicatissime, che, è ormai notizia acclarata, sono stati infettati. Alcuni di questi purtroppo sono deceduti, in tanti…forse troppi. Questo racconto, forse veritiero, forse attendibile o forse no, certamente convincente e a tratti verosimigliante, che proponiamo cerca di ricostruire il percorso che il "Paziente 0" (chiamiamolo così per facilitarci il ragionamento) ha seguito sino ad arrivare nella nostra Isola.

Quel fatidico giorno (forse metà gennaio inizi di febbraio), il "nostro" si incontra, chi dice in Galleria a Milano chi invece in altro sito aperto, con alcuni cittadini cinesi, presumibilmente medici, ed un cittadino sassarese, il quale, a causa del contagio da COVID-19, perderà la vita dopo soli tre giorni di ricovero, a cui la stampa locale ha dato ampio risalto, senza ovviamente approfondire i suoi spostamenti e le persone che aveva incontrato in Lombardia.

“L’ Infettato”, manager di un importante Gruppo, Leader europeo nei servizi di assistenza e cura alle persone anziane e disabili, una volta giunto a Sassari si è letteralmente rinchiuso nei suoi appartamenti, improvvisati in questa Struttura che, essendo costruita su due piani, suddivisi in nuclei abitativi e con una capienza di circa 120 posti letto,  aveva a disposizione la necessaria privacy. Il suo continuo tossire però, una bruttissima tosse secca, e questa sua difficoltà a respirare ha subito messo in allarme i tanti dipendenti, perlopiù tutte donne, che lo hanno accudito e curato per circa 20 giorni, sino alla scomparsa, per sua fortuna, della pericolosa quanto mortale infezione. Nel mentre la moglie, altra e alta dirigente della stessa struttura, restava a casa, in quarantena con il proprio figlio. A nulla, purtroppo, è valsa l’applicazione quasi alla lettera delle indicazioni emanate dalla Presidenza del Consiglio, dal Ministero della Salute e dalla Regione.

Il maledetto COVID-19 aveva già percorso velocemente tutti i corridoi, i piani e le camere compresi i luoghi utili per il suo scopo infettando dipendenti e degenti. Fu così che molte infermiere e lavoranti divennero “trasportatori” inconsapevoli del virus seminandolo nei propri centri di residenza: chi a Sassari, ad Ossi, ad Usini e Ittiri. Fortunatamente i colpiti dal virus, essendo persone di esperienza, professionalmente di livello nonché coscienziosi, hanno subitamente capito la gravità della situazione e sono entrati nella “autoquarantena” maledicendo sino alla trentesima generazione quel primo “vettore del corona”.  Ognuno di questi potenziali portatori di virus hanno dovuto allertare le proprie famiglie e mettere in sicurezza i propri cari : genitori anziani, mariti, figli, nipoti. Ad oggi la quarantena persiste ancora.

Non si comprende come mai questo presunto alto dirigente non si sia premurato di allertare subito le strutture allestite e dedicate all’emergenza, e non abbia sentito il bisogno di offrire sin da subito la propria collaborazione con le autorità sanitarie competenti, per impedire la diffusione dell’ infezione nei centri maggiori della nostra provincia. Lo so…lo so, essendo un racconto le risposte non sono previste.

Nella stanza al piano terra, ben isolato da tutti, il “Covidizzato-19” continua a tossire. Ha difficoltà nella respirazione e stenta a parlare. La febbre è alta ma il suo attaccamento alla vita è forte. Più forte di questa influenza micidiale. In tanti hanno la convinzione che altre persone si siano autoricoverate in questa struttura, magari qualche medico milanese amico degli amici, lontani da occhi indiscreti, da curiosi e dalle autorità competenti. Tutti i colpiti riuscirono a superare brillantemente l’ infezione ed a tornare alle proprie famiglie felici di averla scampata e dimenticando il loro ruolo di “vettori” consapevoli del virus".

Fortunatamente è un innocente racconto altrimenti ci sarebbe davvero di che preoccuparsi. Accade però, e questo ci spaventa, che nei paesoni che abbiamo citato si siano verificati casi di sospetta COVID-19 e che le quarantene ci siano per davvero. Quando la fantasia diventa e/o supera la realtà ! Felici di avervi dato Gioia....

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M
Pazzesco e nessuno parla,racconta o denuncia?
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