Ittiri, i programmi del Ritornare a Casa a due velocità, anzi a tre. Alcune famiglie chiedono chiarezza e Diritti Uguali.

Pubblicato il da Totoi Fadda

Ittiri, i programmi del Ritornare a Casa a due velocità, anzi a tre. Alcune famiglie chiedono chiarezza e Diritti Uguali.
Ittiri, 8 ottobre 2016.
" Esistono due mondi: uno normodotato e uno diversamente abile", così scrive Valentina Orgiu il 29 agosto 2014 sul sito "La Donna Sarda", a proposito del programma regionale del Ritornare a Casa : "Un Diritto anche per il Disabile più grave".
Eh già, si proprio così, un diritto che deve, o doveva essere esteso ai disabili più gravi ma che in alcuni casi fortunatamente isolati, ai quali sarà opportuno dare risposte immediate, non viene del tutto garantito nè applicato a causa dei soliti calcoli ragionieristici. Esiste comunque, in aggiunta ai due citati nell' articolo, un "terzo mondo" che è quello dei politici poco sensibili che con la scusa della grave crisi in atto, della congiuntura economica attuale, della mancanza di fondi propri, della impossibilità a garantire a tutti gli stessi diritti e, aggiungiamo noi, per la mancanza di volontà politica per difendere i propri cittadini in gravissima condizione di disabilità, questi diritti per i disabili più gravi vengono disattesi. Perlomeno così sembra, stando a varie testimonianze dirette, che così accada ad Ittiri.
Giustamente la cronista del sito "La Donna Sarda" pone in risalto le due velocità che regolano i "due mondi" citati :" Il primo va veloce, di fretta, l’altro incede lento, sfumato. Spesso due dimensioni parallele che solo l’amore e i suoi gesti riescono a far convergere. Il livello di disabilità, più o meno grave, fa spostare l’astina della cura e dell’assistenza; fa ruotare di 360° il senso e il valore dell’esistenza del malato e dei suoi familiari ".
Analisi perfetta e veritiera ma, come accade nelle società con forte pendenza regressiva sotto il profilo culturale, solidaristico e dei diritti, esiste una "terza velocità" che è quella che quasi obbliga, seppur indirettamente, e in alcuni casi "consiglia" le famiglie con disabili gravi a casa nel "tagliare", "risparmiare ore", "licenziare o ridimensionare il personale capace", "favorire l' inserimento della manodopera estera" perchè "si risparmia"! Nel medesimo tempo l' Ente Locale può fare a meno di stanziare la sua quota del 20%, utile ad integare l' 80% che la Regione Sarda ha stanziato per i programmi del "Ritornare a Casa". Questa "terza velocità" non era prevista e le conseguenze sono state gravissime e tutte a danno delle famiglie, "escluse dal 20%" da quel "terzo mondo" che ha dimostrato insensibilità e menefreghismo totale per i bisogni e le esigenze di alcune famiglie. Dobbiamo ricorrere sempre, per semplificare e rendere comprensibile il dramma che attanaglia le famiglie, alla raccontazione di Valentina Orgiu che scrive: " La convivenza con una persona affetta da disabilità grave non è mai facile; gli sforzi e le attenzioni sono costanti; il tempo e le energie non sono mai troppe per dedicarsi anima e corpo a chi, da solo, non sopravviverebbe a lungo. È un progetto ‘globale’ di vita , un cambiamento che spinge il nucleo familiare a riprendere in mano la propria vita ed a ricercare il coraggio di vivere nonostante tutto".
Tutti noi ben sappiamo, così come sostengono anche alcuni studi recenti, che a lungo andare la costante presenza e l' attenzione, l' attaccamento ed il dedicare il proprio tempo in modo esclusivo all' assistenza del familiare disabile, crea una ulteriore disabilità del cosiddetto normodotato. Cosa questa che aggrava ulteriormente l' aspetto sociale e di relazione della famiglia. Il voler a tutti i costi "far risparmiare" alcune famiglie sul personale formato a beneficio di maestranze "venute da fuori" e che "costano poco" e che "lavorano molto" fa parte di quella fantascenza politica, caratteristica peculiare delle società in piena regressione socio-assistenziale, che pongono al primo posto il risparmio anzichè la qualità dei servizi da erogare alle persone disabili ed in costante necessità di aiuto e sostegno. Mentre in altre Comunità Locali il tema della disabilità e della non autosufficienza... " è oggetto negli ultimi anni - citiamo la Orgiu - di sempre maggiore attenzione nel nostro paese sia per la crisi demografica e il progressivo invecchiamento della popolazione italiana, tra le più anziane del pianeta, sia per la speranza di vita, tra le più alte del mondo, che esige un maggiore carico assistenziale e di cura", da noi nel Bel Paese del Ben Godi apparente e festaiolo, si procede a ritroso. Regredendo appunto.
Ora se le notizie e le improbabili illazioni che circolano nelle famiglie ittiresi circa i "consigli" a licenziare il personale formato di Ittiri per favorire l' assunzione di personale improvvisato, "barattu e bellu", nonchè "estero", sono veritiere c'è da domandarsi veramente quale sia il grado di sensibilità di alcuni amministratori nei confronti di famiglie che necessitano, senza stare a cincischiare tanto, di una completa e qualificata assistenza. Eppure la nostra Isola.. " è attualmente tra le poche regioni che abbia definito con chiarezza le proprie politiche a sostegno della non autosufficienza e delle disabilità gravi confermandosi, a livello nazionale, come ‘pioniera’ per le iniziative avviate nell’ambito del welfare locale e regionale....il "modello Sardegna" realizzato con forme e strumenti che hanno poi trovato accoglimento anche all’interno della legge quadro nazionale del 2000 sul sistema dei servizi sociali".
Vabbè, ma da noi, in quest' isola nell' Isola, le cose pare siano diverse. Chiediamo lumi agli amministratori affinchè venga fatta la dovuta chiarezza perchè su questi temi non si scherza. L' asticella della pazienza, in seno ad alcuni nuclei familiari "colpiti", si stà abbassando pericolosamente.
Ittiri, i programmi del Ritornare a Casa a due velocità, anzi a tre. Alcune famiglie chiedono chiarezza e Diritti Uguali.

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